Tetsuya

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Seth¤
        +3   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Speravo di riuscire a finire il primo capitolo in tempo, ma intanto creo la sezione e lo aggiungerò domani.
    Intanto una breve sinossi.

    CITAZIONE
    Un sospettoso premio letterario, un giovane scarmigliato e un prode guerriero. Ovviamente una donna e un Orso Rosso delle Montagne Innevate... Come si intrecceranno le loro storie?

    capitolo 1
    La lama di un pugnale insanguinato brilla sotto la luce dell’ultima falce di luna. Il corpo della guardia si accascia al suolo, la vita lo abbandona inesorabilmente seguendo i fiotti di sangue che, sempre più deboli, continuano a sprizzare dalla gola squarciata.
    Il suo Daimon invece, un piccolo suricato grigio, è impietrito dal dolore, ma un secondo prima che la lama raggiunga anche lui, riesce a dare l’allarme.
    Il suo fischio si spegne in un gorgoglìo strozzato, ma la città ormai è salva.
    Nonostante i loro innumerevoli attacchi, i Kordik non hanno ancora capito che i nostri Daimon non sono proiezioni magiche come i loro Maind, e che quindi non spariscono una volta ucciso l’umano.

    Tanto meglio per noi.

    *

    Dicono che quando ci troviamo sul punto di morte, tutta la nostra vita ci scorre davanti in un secondo.

    La mia vita... Dunque... Sono nato in un bellissimo giorno di primavera e mi hanno chiamato Tetsuya, che significa “colui che soffre”.
    Grazie mamma per avermi dato questo nome, anche io vorrei che mio figlio soffrisse per tutta la sua vita… Scherzi a parte significa anche “salvia”, ma è palesemente più adatto il primo... Ok, mi sto dilungando troppo, torniamo a parlare della mia infanzia idilliaca.
    Andava tutto a gonfie vele, latte dal seno materno, un posto caldo e riparato in cui trascorrere le notti, dei fratelli con cui giocare sul prato... Insomma, un paradiso, finché non mi hanno assegnato al mio futuro compagno d’armi: un piagnucoloso esserino rosa spelacchiato che a quanto pare si chiama “Tadashi”. Durante il rituale non ha fatto altro che piangere disperato... E dalla puzza penso se la sia anche fatta addosso.
    Ma come può un valoroso Orso Rosso delle Montagne Innevate, solitamente così bestiali e feroci da sradicare un albero con una sola zampata, che non temono neanche le Tigri Blu dei Ghiacciai Profondi, essere assegnato ad un coso così debole e indifeso?!
    Tornerò più tardi su queste vicende e sulla mia ribellione, forse ora è meglio concentrarsi sul presente, un anno più tardi.

    Dicevo, i Kordik hanno invaso la città, e nonostante il gesto eroico del coraggioso suricato sono riusciti a penetrare all'interno delle mura.

    E ce n'è proprio uno qui di fronte a me, adesso, che mi sbarra la strada per il rifugio.
    L’odore acre del fumo rende l’aria quasi irrespirabile.
    Siamo solo io e Tadashi. I nostri genitori sono andati a combattere alla Porta del Sol Levante, dove i nemici hanno fatto breccia. Ma qui ci troviamo a Nord, alla porta della Luna Piena, com’è possibile che siano già arrivati fin qui?
    ... Una spia forse?
    Forse dovrei cercare una via alternativa... Comincio ad arretrare lentamente, senza mai distogliere lo sguardo da quella figura massiccia ricoperta di pellicce e rune tatuate.
    È il loro modo di imbrigliare la magia, riescono a risparmiare parecchio tempo non dovendo recitare la formula magica. Ovviamente quelle rune sono frutto di rituali di sangue proibiti e, inutile dirlo, banditi da ogni altra popolazione civile.
    Ah. Mi ha visto. Merda. Devo averlo fissato troppo a lungo.
    ...Diamine, sta già sollevando l’ascia bipenne con fare minaccioso. Questa proprio non ci voleva, non sarà facile affrontarlo proteggendo Tadashi.
    Il Kordik fa un passo in avanti guardingo, sta sicuramente cercando il mio compagno. Per fortuna nell’oscurità della notte l’imbracatura di Tadashi è praticamente invisibile.
    Un urlo strozzato riecheggia qualche isolato più in là. È una donna, ma non è una Jolden. Una scintilla di preoccupazione brilla negli occhi dell’uomo di fronte a me. Indecisione, anche.
    Cerco di fare la faccia meno aggressiva possibile, magari funziona.
    In un batter d’occhi l’uomo di fronte a me è sparito, sicuramente per soccorrere la Kordik.
    Incredibile, siamo salvi. Per ora.
    Sarà meglio raggiungere il rifugio al più presto.

    Ricomincio a camminare velocemente, il fumo sempre più denso ci circonda.
    Ho un brutto presentimento.
    Una zaffata di vento caldo spazza via il fumo per un secondo e...




    “BASTA! Neanche questa funziona, ho già esaurito la vena creativa!” Esclama un giovane scarmigliato strappando dal quaderno il foglio a quadretti e accartocciandolo con foga.
    “Di questo passo non vincerò mai quel fottutissimo premio.”

    “Guarda che non lo devi fare per forza se non vuoi.”

    “La fai semplice tu, non hai dei genitori e dei nonni che ti rompono le palle sin da prima che nascessi sull’importanza di mantenere le tradizioni di famiglia e stronzate del genere.” Continua il giovane centrando magistralmente il cestino, dove però provoca una cascatella di altre pallette di carta malamente accartocciate.

    La ragazza si alza dal puff blu elettrico dove era affondata e raccoglie l’ultima vittima della furia nervosa del giovane.
    “Forse dovresti spiegare ai tuoi quella cosa del libero arbitrio… Mmh
    《...la vita lo abbandona inesorabilmente...》
    Come sei drastico.”

    “Credo che la parola che stavi cercando fosse `fatalista`. Comunque non mi aiuterà a vincere quel premio.”

    “Perché è così importante per la tua famiglia?”

    “《tutto ti verrà rivelato a tempo debito》... Non fanno che ripetermelo da quando ho memoria, sono pronto a vedere mummie risorgere e zombi mangiare il cervello del vicino, non che farebbero un soldo di danno...”

    “ahah hai proprio ragione, Druso. Però secondo me dovresti rivalutare quest”ultima storia, Tetsuya mi sta simpatico come personaggio. Ma è un orso vero?”

    “Sempre perspicace, eh?” Druso scoppia a ridere nello stesso momento in cui un cuscino color crema lo colpisce in pieno

    “Sempre simpatico, eh? Stavo mimando un’intervista, quando sarai famoso mi ringrazierai” dice la giovane, gli occhi verdi brillano scaltri mentre fa una linguaccia. “Comunque ora pensiamo alla verifica di matematica che se saltiamo anche questa volta quella non ce la farà passare liscia.” Conclude con un sospiro.




    Capitolo 2 - Addio
    “Toc Toc”

    La riccia testa bruna di Druso non accenna ad alzarsi dal foglio.

    La giovane apre la porta accostata, tenendo in una mano un vassoio ricolmo di tartine. Ancora nessuna risposta da Druso. “Sembra quasi in un altro mondo…” Pensa la ragazza mentre sorride teneramente guardando il ragazzo immerso nel suo lavoro.

    Poggia il vassoio sul basso tavolino di legno al centro del morbido tappeto bianco raffigurante una poderosa quercia blu. Quindi si volta, avvicinandosi alla scrivania massiccia. In confronto quel dinoccolato ragazzo appollaiato sulla sedia sembra così esile. Quei capelli scarmigliati non fanno che rafforzare la sua impressione.

    Allunga la mano per scuoterlo e riportarlo alla realtà. -Ehi Druso, è un nuovo pezzo o hai ripreso quello di ieri come ti a...AH!- Un grido di sorpresa conclude la frase mentre la giovane ritrae la mano di scatto.

    -Ehi, che fai, se urli così mi spaventi! Sai che scrivo solo con la stilografica, vuoi farmi macchiare tutto il foglio?-

    -Ma mi hai dato la scossa! E ho visto anche delle scintille blu dal punto in cui ti ho toccato!!-

    -Ma che dici, sei impazzita?? Come faccio a emettere scintille blu? Non sono mica una torpedine- Druso scoppia a ridere -te le sarai immaginate-

    La giovane lo guarda con un’espressione dubbiosa -hai ragione, forse ho visto troppi film di supereroi ultimamente... Comunque che stavi scrivendo?-

    -Ho ripreso il brano di ieri come avevi suggerito tu, inaspettatamente ho deciso di dargli una seconda chance. Hai visto come ero preso un attimo fa, no?-

    -assolutamente, mi fai leggere?-

    -Ma come, non ti interessa sapere che ho provato a sostituire Tetsuya con un Ursaring per vedere l’effetto?-

    -ahah cosa hai fatto??-

    -beh sai, la febbre di pokémon go... Magari riesco ad accaparrarmi altri fan..-

    -Ma ti pare?! La giuria sarà composta da vetusti ruderi che è tanto se non portano già la dentiera!- nel mentre addenta una tartina, tanto per rimarcare il concetto

    -Uhm, you’ve got a point... Beh fortuna che è tornato un valoroso Orso delle Montagne Rosse allora-

    -Sarà meglio. Ora zitto che leggo. Sì, sì, chiudi la bocca, non ti ungo i fogli con le tartine- dice la giovane senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, ormai completamente assorta nella lettura.

    Druso abbozza un sorriso. “È incredibile, ogni tanto sembra davvero che mi legga nella mente...




    Ecco, se dovessi dire qual è l’odore della mia infanzia, direi che è l’odore di erba appena tagliata, di pane sfornato e di sole. Cielo terso sopra la testa, da guardare quando si finiva a terra durante gli allenamenti. Ho già detto che ho avuto un’infanzia idilliaca?

    Adesso, un silenzio pesante grava sulla città. O forse è solo una mia impressione e in realtà urla, pianti ed esplosioni lacerano l’aria rovente.
    Lo shock mi blocca. Non riesco nemmeno a pensare. Davanti ai miei occhi l’alta quercia blu che dovrebbe dominare la piazza centrale è riversa a terra, completamente nera.
    Morta.
    Quella quercia è la fonte magica della città, senza di lei la maggior parte dei Janken adulti non riuscirà mai più ad usare la magia.
    La paura mi corrode le ossa, i muscoli, i nervi.
    Quella quercia si trovava lì da centinaia di migliaia di anni, è il simbolo immortale del villaggio, il simbolo immortale dei Janken.
    La paura mi attanaglia lo stomaco, mi offusca la vista. Paura ancestrale per la mia vita e per quella di Tadashi.
    Paura della magia nera.
    Paura dei Kordik.

    L’ingresso del rifugio, solitamente nascosto sotto la grande quercia, ora è una voragine nera che si apre nella terra bruciata.
    Razionalmente so che il rifugio è il luogo più sicuro.
    È protetto dalla magia arcana e tutti coloro che hanno compiuto il rito di passaggio alla maggior età non possono mettervi piede. Nemmeno altri Janken. Inoltre c’è anche un passaggio che conduce fuori dalla città, al lago sacro a Sud.

    Irrazionalmente però non voglio avvicinarmi alla quercia.
    Sarebbe come ammettere che la città è caduta, che la magia nera è riuscita a sottomettere i Janken.

    Mi volto. Non so quando, dietro di me, varie case sono crollate e incendi sono divampati ovunque. Da qui non si passa.
    Ululati provengono da Sud.
    Questa è la fine.
    No.
    No.
    No.
    Devo farmi forza.
    Il passaggio è protetto. Possiamo rimanere lì finché non se ne vanno e magari c’è qualcun altro.
    SE se ne andranno...

    Mi volto lentamente, fronteggiando nuovamente quell’enorme carcassa annerita.
    Magia nera.
    Pensieri felici.
    Pensieri felici.
    Ormai sono accanto alla quercia.
    Quello che una volta era la folta chioma blu scura dell’imponente quercia, sotto la cui ombra giocavamo nei caldi pomeriggi d’estate, ora non è altro che un tappeto di foglie rattrappite completamente nere.
    Rabbrividisco.
    Da vicino si intravedono nel tronco ancora delle venature blu pulsare debolmente, sicuramente la quercia sta cercando di resistere alla magia oscura per permettere ai nostri guerrieri di affrontare la minaccia Kordik.
    Ma è tutto inutile, la magia proveniente dalla quercia si affievolisce sempre di più, sembra risucchiare persino la nostra energia vitale...
    Tadashi è scoppiato in un pianto a dirotto, forse riesce a percepire l’aura di morte che aleggia sopra questa città ormai spacciata.

    Sono davanti all’ingresso del rifugio. Entrare vuol dire abbandonare tutto alle mie spalle. Forse potremo rimanere soli io e Tadashi per sempre. Questo marmocchio spelacchiato riuscirà a resistere?

    Il prossimo villaggio non è molto lontano, ma se fosse già troppi tardi anche per lui? Se nulla ha potuto questa grande città...

    Meglio non pensarci. Mi volto. So che non vedrò mai più né questa città, né la mia famiglia.
    Siamo gierrieri nati in tempi duri, così mi hanno insegnato.
    Per prima cosa devo pensare a Tadashi.

    Addio.

    E senza ulteriori indugi mi inoltro nel ventre della terra scura. ]


    Edited by Seth¤ - 19/7/2016, 13:21
     
    Top
    .
  2. Seth¤
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    。Capitolo 1 finito

    P.S. Se avete suggerimenti scrivete pure!

    Edited by Seth¤ - 16/7/2016, 23:43
     
    Top
    .
  3. Seth¤
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Capitolo 2 finito

    Ditemi che ne pensate, ovviamente sono aperto anche a suggerimenti sulla trama e a domande!
    Spero vi piaccia :)
     
    Top
    .
2 replies since 16/7/2016, 02:07   77 views
  Share  
.
Top